Il Counseling è un fatto di equilibrio

bicicletta

Alcuni clienti a volte mi chiedono cosa succeda realmente durante un nostro incontro di counseling. La sensazione che mi descrivono è di grande naturalezza nel muoversi e nell’esprimersi, che dà loro modo di mettere a fuoco cose e situazioni, di guardarle da una nuova prospettiva, con maggiore chiarezza a volte, di percepire un movimento in ciò che solo poco tempo prima sembrava fermo.   Ed è proprio questo il counseling per me, non ci sono segreti, né ricette preconfezionate, né tantomeno formule magiche, il counseling vive nella spontaneità delle due persone in relazione, nel flusso che si crea durante l’incontro di due anime che vanno nella stessa direzione per un po’.   Il cliente individua il suo obiettivo nella difficoltà che incontra e lo condivide con il counselor, che gli sarà accanto per un tratto di strada, entrambi presenti con i loro mondi, il loro sentire e le loro risorse conosciute e ritrovate.   Mi viene in mente l’immagine di quando impariamo ad andare in bicicletta, è fondamentale che chi è in sella mantenga il controllo della velocità e della direzione, che acquisisca sempre più padronanza ed equilibrio, con il piccolo aiuto di chi lo segue e lo accompagna con la mano dietro la sella, a dare coraggio, a mantenere viva la corsa in quel tratto condiviso, finché chi è in sella si senta abbastanza sicuro e libero da poter proseguire da solo, più forte della nuova esperienza.   Quell'esserci senza imporsi è un fatto di equilibrio, è avere fiducia che ci è davanti pedalerà al ritmo giusto per restare in sella ed è anche far sentire a chi ci è accanto che sarà sostenuto quel tanto di cui ha bisogno per pedalare libero verso il mondo.   Fabiana Simoni

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