Il Linguaggio Gestuale


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La comunicazione non verbale o gestuale comprende il linguaggio del tono muscolare, la mimica facciale e dello sguardo, l’insieme dei movimenti, delle posture e degli atteggiamenti sia del solo capo che di tutto il corpo, e l’uso dello spazio personale e del territorio nel rapporto interindividuale.

il gesto è una modalità di comunicazione he trasmette significati personali (sentimenti,emozioni e pensieri) come il linguaggio verbale, da cui differisce perché si rivela meno controllabile razionalmente ed è molto più influenzato dalla sfera dell’inconscio.

Tutti i nostri gesti,siano involontari, spontanei, oppure volontari, esprimono l’interiorità dell’individuo che li compie, anche se spesso egli non ne è del tutto consapevole.

Molti movimenti involontari, come i tic, e gli stessi atti mancati, tutti spesso difficili da interpretare, sono in realtà carichi di significatività. Noi compiamo molti gesti la cui intenzione ci sfugge, perché essi vengono compiuti senza un atto intenzionale.

 

I movimenti volontari manifestano l’energia e la voglia di vivere della persona(strette di mano vigorose, pacche sulla spalla), la sua sicurezza (andatura sostenuta ed eretta), i suoi timori (movimenti impacciati, andatura lenta), o la sua aggressività (invasione dello spazio personale altrui). Pertanto anche i movimenti volontari offrono una chiave di lettura della vitalità di chi li compie, perché con essi l’individuo può dimostrarsi debole od energico, indeciso o risoluto, dipendente dagli altri o autonomo.

Molti studiosi hanno compiuto un’attenta analisi del significato nascosto dei nostri gesti , In particolare Hall ha compiuto numerose ricerche sul “comportamento rossiccio”, ossia sul simbolismo dello spazio personale. Egli ha scoperto che le persone che mantengono a distanza gli altri, evitando accuratamente il contatto corporeo, dimostrano di rifiutarli inconsciamente e di essere spinti a difendersi da ogni intromissione di altre persone nella propria intimità. Le persone che si avvicinano spazialmente agli altri, annullando le barriere, denotano con tale comportamento il bisogno di ricercare appoggio e calore dagli altri e scarsa diffidenza.

Secondo Fast i leaders di un gruppo rispetto ai gregari, presentano raramente movimenti dispersivi del corpo, non tamburellano con le dita, non si grattano la testa, ma compiono soltanto movimenti essenziali. Per Hubert è possibile “leggere” e interpretare il movimento, in quanto linguaggio che si estrinseca graficamente nello spazio. I movimenti tendenti verso l’alto sarebbero motivati dal desiderio, dall’aspirazione al superamento; la proiezione all’indietro manifesterebbe angoscia, timore, autodifesa; le posizioni di ripiegamento su se stessi (la cosiddetta “posizione fetale” che alcuni assumono dormendo) dimostrerebbero un bisogno regressivo, un ritorno a fasi precedenti dello sviluppo; i movimenti ampi, dilatati sono invece determinati dall’esteriorizzazione, dalla gioia, dal bisogno di esprimersi e manifestarsi al mondo; i movimenti in avanti sono una forma di donazione, di altruismo.

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