Il sogno come teatro delle identificazioni e finzione del diverso da sé


Henri Rousseau il sogno

Come scriveva l’antico sofista Gorgia: “la tragedia opera un inganno, per cui chi inganna è più giusto di chi non inganna e chi è ingannato è più sapiente di chi non è ingannato”.[1] Quindi, il teatro si basa sull’inganno e si avvale della finzione per generare sapienza e ripristinare la giustizia, cioè per correggere una condizione di instabilità. Come il teatro, anche la relazione di aiuto impiega la finzione al fine di portare riequilibrio alla personalità del cliente, privata di alcune sue parti.

Rossi sostiene che nella storia, il teatro è una delle prime forme di cura dell’anima e molte forme di relazione d’aiuto e diversi indirizzi di psicoterapia sono stati influenzati dal teatro, principalmente lo psicodramma di Moreno e la Gestalt Therapy di Perls. In particolare, nell’ambito della Gestalt, la tecnica del role-playing si è evoluta sempre più fino a divenire una modalità molto valida ed appropriata al fine dell’integrazione della individualità e dello sviluppo personale.

 

Nello spazio del modello gestaltico la drammatizzazione è molto applicata; la persona alle prese con la rappresentazione, attraverso di sé, del diverso da sé, attua il passaggio da un’identità all’altra che accorda una presa di coscienza e l’emergere di un senso di consapevolezza che permette di ridare dinamicità e duttilità a un sistema di identificazioni diventato fisso e spento.

La Gestalt non incoraggia gli insights unicamente intellettuali, che spesso portano a rafforzare il comportamento attuale, e invece invita il cliente a sperimentare una serie di condotte, generando un “teatro delle identificazioni”.[2]

La drammatizzazione si è rivelata uno strumento molto adeguato al lavoro coi sogni, termine al quale la Gestalt restituisce un completo significato teatrale; l’interprete è l’attore, il cliente, il sognatore. Se il sogno è, in ogni suo elemento, l’insieme delle proiezioni di parti della personalità del cliente, la tecnica scelta per facilitare questo processo di riappropriazione consiste nell’invitare la persona a ripercorrere il sogno, riportando gli avvenimenti nel qui e ora dell’interpretazione drammatica.

 


[1]Giorgio Colli, La sapienza greca, Adelphi, Milano, 1981, vol. I, p. 48.

[2]Rossi Oliviero, “L’inganno che guarisce” in In Formazione  Psicoterapia Counseling Fenomenologia,  n.1, gennaio - febbraio 2003, pagg. 56-61, ed. IGF. Roma, in http://www.in-psicoterapia.com/n1-11-rossi.htm

Potrebbero interessarti ...