"Una tonnellata di cavolo" - Breve storiella


"Si racconta la storia di un’isola in Qualche Luogo, in cui gli abitanti desideravano fortemente andare altrove...

Il problema, tuttavia, era che l'arte e la scienza del nuoto e della navigazione non erano mai state sviluppate, o forse erano state perdute già da qualche tempo...

E di tanto in tanto giungeva presso di essi qualche studioso. Allora si verificava un dialogo come quello che segue:

  •  

  • - Voglio imparare a nuotare.

  • - Che condizione poni per ottenere ciò?

  • - Nessuna. Desidero solamente portare con me la mia tonnellata di cavolo.

  • - Quale cavolo?

  • - Il cibo di cui avrò bisogno dall'altra parte o dovunque andrò a stare.

  • - Ma ci sono altri cibi dall’altra parte.

  • - Non capisco cosa vuoi dire. Non sono sicuro. Devo portare il mio cavolo.

  • - Ma con tanto peso addosso, una tonnellata di cavolo, non potrai nuotare.

  • - Allora è inutile che impari a nuotare. Tu lo chiami un peso. Io lo chiamo il mio nutrimento essenziale.

  • - Supponiamo, come in un'allegoria, di non parlare di cavoli ma di idee acquisite o presunzioni o certezze?

  • - Mmmm... Vado a portare i miei cavoli dove c'è qualcuno che comprende le mie necessità".

 

Termina così il libro di Humberto Maturana e Francisco Varela L'albero della conoscenza. Lascio a ciascuno dei lettori trarre la proria morale.

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