Counsellor dall'altra parte del mondo

Inviato da Sara Morbidi

L'anno scorso ho deciso di lasciare e partire per fare una esperienza "ristrutturativa".

A Ottobre ho chiesto l'aspettativa, ho fatto le valige e sono partita: destinazione Repubblica Dominicana. L'immaginario collettivo collega questo paese a spiagge da sogno e mare cristallino. In realtà la mia esperienza è stata davvero di tutto altro genere. Sono sbarcata in un barrio medio caliente, ovvero, dove si entra in contatto con la povertà. Le indagini delle Nazione Unite indicano che tre quarti della popolazione dominicana è povera e circa il 35% vive sotto la soglia di povertà. Per supportare la situazione il governo spende sempre più denaro per l'educazione grazie anche ai finanziamenti forniti dalla banca per lo sviluppo internazionale. 

Nella casa dove ero ospite l'energia elettrica era presente per 4 ore al giorno, sempre e quando decidessero di erogarla, l'acqua era incomodamente fredda e posso assicurare che nonostante sia un paese caraibico a volte risulta davvero gelata. Vivevo nel mondo parallelo dei resort dove si incontrano i bisogni, le difficoltà e le sofferenze. Fino a che non te ne privi, non ti rendi conto di quanto hai necessariamente bisogno di alcune cose che ogni giorno dai per scontante, ma nello stesso tempo ti accorgi di quanto altre possono essere del tutto accessorie. 

 

Otre al difficile contesto durante il mio soggiorno nell'isola delle meraviglie sono entrata in contatto nel profondo con una delle malattia del secolo, il cancro. Secondo i dati dell'agenzia della salute della Repubblica Dominicana il cancro è la terza causa di morte nel paese, si calcola che è causa di decesso per 15 persone su 100. L'incontro con malati di cancro e la loro famiglia mi ha aperto il cuore, l'anima e gli occhi. Ho iniziato con il piacere di aiutare e ho finito per innamorarmi di un lavoro, di una terra e di una vita che non credevo potesse essere la mia. 

Ho raccolto storie, esperienze, impressioni condividendo emozioni o fatto del counseling un arma per l'aiuto concreto a sostegno di coloro che sono visti e si sentono cause perse. 

Ho deciso così di trasferirmi in un luogo dove la terapia d'aiuto è tanto sconosciuta quanto necessaria. Ho sposato questa vocazione e ho scelto di praticare la professione di counselor dall'altra parte del mondo, vivendo tutto ciò come una opportunità di condividere la mia conoscenza, la mia esperienza e la mia accoglienza con chi non conosce questa disciplina. 

Tra gli ultimi progetti che ho in mente è di aiutare gli insegnanti e operatori di una scuola elementare Batey Lecheria de Los Alcarrizos, uno dei quartieri più poveri della città. Ogni giorno devono affrontare una dura realtà, non solo per le difficoltà economiche e strutturali ma anche l'ambiente sociale violento e difficoltoso. Gli insegnanti hanno chiesto aiuto nella relazione congeli alunni sulla gestione degli episodi di delinquenza e violenza che sempre più spesso sono costretti ad affrontare. Voglio condividere alcune foto perché sono certa che le immagini descrivano molto più che le mie parole. 

Questa è l'inizio della mia storia ed ora andiamo avanti.

 

 

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